LA STORIA
Motivi geografici e storici hanno portato nel tempo a sviluppare una distinzione tra Etruria Meridionale e centro settentrionale. I limiti approssimativi fra le due aree sono segnate dai corsi del fiume Fiora, che sfocia nel Tirreno e del fiume Paglia, che confluisce nel Tevere. È in sostanza il confine moderno tra Lazio e Toscana, L’Etruria Meridionale è infatti oggi racchiusa nel Lazio settentrionale e precisamente nella parte nord della Città Metropolitana di Roma e nella Provincia di Viterbo, geologicamente è costituita da terreni vulcanici e alluvionali e da un vasto sistema di monti e laghi vulcanici (Bracciano, Vico e Bolsena).
La parte litoranea si presenta principalmente con coste basse e pianeggianti che costituivano facili approdi ed erano collegate all’interno da ampi fiumi navigabili. Il suo sviluppo è stato assai più precoce, rispetto alla parte settentrionale, con grandi città, sorte non lontano dal mare o sulle vie fluviali e lacustri, poste a poca distanza le une dalle altre, circondate da un ricco territorio e da importanti centri satelliti. L'eccellenza della civiltà etrusca del Lazio è testimoniata dallo straordinario sviluppo dei suoi principali centri urbani: Cerveteri, con il suo porto cosmopolita, Pyrgi (oggi nel Comune di Santa Marinella) e il centro satellite di Tolfa. Nel corso del XV secolo (1464) si scopriva nel territorio di Tolfa il prezioso allume che avrebbe portato alla nascita del paese di Allumiere, posto sotto il diretto controllo della Reverenda Camera Apostolica.
ETRURIA MERIDIONALE, TERRA DI CULTURA
Legati da una storia centenaria comune e dal ricco patrimonio storico, artistico e archeologico, Cerveteri, Santa Marinella, Tolfa ed Allumiere, ormai dagli anni 2000, hanno definito la volontà di determinare uno sviluppo legato alla cultura, all’internazionalità e alla sostenibilità. Ne sono testimonianza decine di convegni, progetti ed attività che hanno arricchito anno dopo anno il tessuto sociale, attraendo numerosi operatori culturali ed andando a definire un imponente “turismo culturale” e la crescente consapevolezza dell’opportunità di vedere la cultura come “motore di sviluppo”. La cultura in tutte le sue declinazioni può e deve essere volano di sviluppo personale, collettivo, economico e civico.